Inceneritore, per il sindaco non ci sono alternative - dal giornale l'ADIGE del 4 ottobre 2009

Inceneritore, il sindaco: «Non ci sono alternative»
Dal Venerdi di Repubblica del 16 maggio 2008: «Nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 23 per cento. Lo dice una ricerca, resa pubblica il 3 aprile scorso dall'Istituto statale di sorveglianza sanitaria francese». Non dovremmo preoccuparci?

Il termovalorizzatore di Isseane, lungo la Senna a Parigi, è a meno di 2 km in linea d'aria dalla torre Eiffel! Quella ricerca francese, pur essendo del 2008, ha studiato gli effetti di inceneritori vecchi di parecchi decenni, alcuni dei quali non avevano neppure la linea fumi. Non si tratta dunque della tipologia di termovalorizzatore che andremo a costruire noi. A proposito di ricerche: uno studio indipendente dell'università di Trento ha dimostrato che se il termovalorizzatore di Bolzano fosse collegato a una rete di teleriscaldamento in grado di riscaldare l'intera città, questo emetterebbe la stessa quantità di diossina e furani di una caldaia alimentata a legna, dotata di ricircolo dei fumi, di pari potenza. Lo stesso studio ha inoltre stimato che le emissioni di diossina e furani prodotte dal termovalorizzatore di Bolzano non determinano casi di cancro aggiuntivi sulla popolazione, anche a seguito di esposizioni continuative pari a 70 anni.

Perchè si sta scegliendo una soluzione definitiva per almeno 20 anni quando, magari, tra 5-10 anni ci saranno soluzioni meno impattanti ?

Come lei stesso scrive, il termovalorizzatore (insisto a chiamarlo così perché l'impianto non si limiterà a bruciare i rifiuti, ma produrrà anche energia) non è una soluzione definitiva ma provvisoria: durerà appunto una ventina d'anni, lasso di tempo che dal punto di vista della programmazione amministrativa non è poi molto lungo. Aspettare altri cinque-dieci anni non possiamo, perché nel 2012 le nostre discariche saranno praticamente esaurite. Le assicuro che non costruiremo un impianto che brucerà più rifiuti di quelli residui della raccolta differenziata. Anche i biodigestori dovevano essere delle soluzioni non impattanti e provvidenziali, abbiamo visto poi come è andata a finire.

Ci garantisce che non ci saranno disagi per la città e la periferia?

Le discariche, come ben sappiamo, puzzano. Gli inceneritori no. L'unica puzza che si può avere è quella dei rifiuti in attesa di incenerimento, ma il problema viene affrontato e risolto nello studio di fattibilità prevedendo che la vasca di stoccaggio dei rifiuti sia sempre "in depressione": in altri termini, l'aria (e dunque la puzza) può solo entrare, non uscire.

Perchè sindaco sulle grandi scelte i cittadini non vengono mai coinvolti? Non crede che la disaffezione alla politica dipenda anche da questo?

La politica ha le sue responsabilità: spesso parla una lingua incomprensibile, in qualche caso si ricorda dei cittadini solo in occasione delle elezioni, talvolta non sa ascoltare i problemi dei cittadini e dunque non riesce a dare risposte adeguate. Nel caso del termovalorizzatore però sono convinto che non si possa dire che i cittadini non siano stati coinvolti, visto che qualche anno fa è stato fatto anche un referendum, che però non ha avuto molta fortuna. Certo, forse si poteva fare di più, soprattutto sul versante culturale. Informando, per esempio, sul fatto che la normativa europea ci vieta di gettare in discarica quel rifiuto residuo della raccolta differenziata che può essere ancora utile a produrre energia. O magari aggiornando i cittadini sulle nuove tecnologie disponibili, molto più sicure d'un tempo. Cercheremo di rimediare oggi, con questo forum e con altre iniziative.

Con l'inceneritore c'è la speranza che in futuro si possa spendere meno?

Lo smaltimento dei rifiuti è un'operazione molto onerosa e complessa. Ognuno di noi lo deve sapere quando butta qualcosa nel cestino del residuo. Diciamo che il sistema integrato che prevede la riduzione dei rifiuti alla fonte (per esempio eliminando gli imballaggi inutili), il riuso, il recupero di materie prime con la raccolta differenziata e, infine, il recupero di energia con la termovalorizzazione del residuo è il più sostenibile dal punto di vista ambientale e dei costi. Non per nulla è il sistema adottato nelle maggiori città del Nord Europa. Quanto ai costi per le famiglie, c'è questo da dire: con il passaggio dalla tassa alla tariffa, spenderà di meno chi separa di più e meglio, facendo dunque attenzione non solo alla quantità ma anche all'appropriatezza della raccolta differenziata. I costi globali comunque non sono destinati a scendere perché un inceneritore moderno non è meno impegnativo dal punto di vista economico di una discarica, che - come ben sappiamo - va gestita anche "post mortem", ovvero dopo la chiusura.

(Tutte le risposte di Andreatta ai lettori sull'Adige cartaceo)

Franco Gottardi