Lettera aperta alla Provincia e alle associazioni animaliste
Cerchiamo di riassumere.
Un uomo, abitante della zona, passeggia con il suo cane in un’area a poche centinaia di metri dal frequentatissimo lago di Terlago; ha un ‘incontro ravvicinato’ con un orso e subisce serie ferite.
Le analisi effettuate stabiliscono che l’orso in questione è la stessa orsa (KJ2) che due anni fa, in un’area molto vicina, ha causato lesioni gravi e invalidità permanenti a un'altra persona.
A fronte di questi fatti, da una parte la Provincia emana un ordine di cattura dell’animale (di fatto rinnovando quello, analogo e non eseguito, assunto due anni fa) e, dall’altra, un suo funzionario, responsabile del settore ‘Grandi carnivori’, avanza l’ipotesi che sia stato l’uomo che ha subito le lesioni ad aggredire per primo l’orsa.
Anche in relazione a quest’ultima dichiarazione l’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) presenta una denuncia contro l’uomo ferito per i reati di falso ideologico e di maltrattamento di animali.
In generale si constata poi che da parte di alcune associazioni animaliste si vuole accreditare l’idea che in Trentino sia in atto una campagna di sterminio dell’orso, anche se è ovvio che la moltiplicazione degli esemplari di orso in Trentino (49-66 o 130?) è proprio dovuta al progetto e all’azione della Provincia.
Abbiamo riassunto bene?
Se le cose stanno in questi termini, ci pare che ci sia veramente da preoccuparsi (anche da parte di chi, come noi, che, pur vivendo nel territorio frequentato dall’orso, ha guardato senza contrarietà pregiudiziale al progetto di reintroduzione dell’orso in Trentino e nell’area alpina).
I motivi:
1. Non è più possibile frequentare con tranquillità e in sicurezza il territorio dove si vive (anche nelle immediate vicinanze degli abitati). E questa, pure se da almeno una decina di anni non è una novità, è pur sempre la situazione più preoccupante e penalizzante.
2. Non c’è nessuna evidenza di azioni efficaci di protezione e di difesa degli abitanti del territorio. Che cartelli, foto trappole e sito internet ci informino che ci sono orsi tra la Paganella e il Bondone oggettivamente non aggiunge molto a quanto è risaputo e poco aiuta chi vive in zona.
3. Nonostante le energie profuse appare chiaro che la Provincia non è in grado di gestire in modo soddisfacente la situazione, sia per un’evoluzione imprevista dello stesso progetto (moltiplicazione e concentrazione degli orsi esclusivamente nel Trentino sud occidentale), sia per ingiustificabili ritardi nella revisione della normativa.
4. Si è rovesciata la più elementare logica, arrivando a imputare colpe e addirittura comportamenti illeciti a chi ha subito lesioni gravi ed ha corso reale pericolo per la propria vita, accreditando quindi l’idea che, comunque vadano le cose, il torto sia di chi frequenta, come ha sempre fatto, il proprio territorio (ora diventato riserva dell’orso?). Il tutto come se non si avesse diritto nemmeno alla paura e alla legittima difesa.
Per favore spiegateci meglio.
Per adesso non possiamo che essere quantomeno molto perplessi.
Cadine, 3 agosto 2017.