Baselga del Bondone - lunedì 7 dicembre 2009
Erano presenti circa 50 persone e dopo una breve introduzione di Flavio Franceschini, presidente dell'ASUC di Vigolo Baselga, il
dott. Fabrizio Leonardelli, Direttore della Biblioteca di Trento, presenta il percorso storico dalla costituzione delle piccole comunità di zona limitrofe a Trento, con particolare riferimento ai nostri paesi, fino alla redazione del documento dei diritti e doveri di queste comunità, la Carta delle Regola dove si evidenziano le autonomie che le piccole comunità potevano esprimere. Parla poi il prof.
Giovanni Rossi, docente di Storia del Diritto all'Università di Verona e parte proprio dalle consuetudini, come riconoscimento giuridico delle modalità applicate e condivise nelle piccole comunità. Spiega il percorso fatto dalle consuetudini fino alle Leggi, di cui è composto il Diritto applicato da metà novecento ai tempi nostri.
Precisa che le Leggi vengono calate dall’alto, mentre le consuetudini nascono dal basso assumendo rilevanza giuridica. In sala parla Roberto C. che pone l'attenzione sulla necessità di rivedere i criteri di scelte troppo sbilanciate sulla parte economica a discapito di modalità di preservazione dell'ambiente e di visione lungimirante di benessere per tutti. Interviene poi il dott. Condini, Assessore alle attività economiche del Comune di Trento, e parla di prezioso contributo delle Asuc e di necessità di supporto alle stesse. Gli ribatte Carla apprezzando questa posizione inaspettatamente aperta da parte di un'Amministrazione che finora non ha avuto un'impostazione collaborativa verso le Asuc. L'Assessore parla poi di garantire gli interessi della grande Comunità di Trento ridimensionando le richieste delle piccole Comunità o di un privato (parole dell'Assessore) che vengono inevitabilmente poste in secondo piano.
Tutto molto interessante sia da un punto di vista di ricostruzione storica e percorso legislativo. E’ infatti necessario preservare la ricchezza delle buone tradizioni essendo cittadini consapevoli di queste ricchezze. Ci sono però due passaggi che lasciano perplessi. Ci domandiamo come si può assimilare un soggetto privato ad una Asuc. Si tratta di due soggetti, anche giuridici, notevolmente diversi. Da una parte il privato ha un interesse prettamente personale. Dall’altra una Asuc, seppur piccola, è manifestazione di tutela e interesse pubblico. L’Assessore ha poi parlato di bosco riferendosi ad una zona che al giorno d’oggi non rappresenta più una risorsa in quanto non è economicamente rilevante e “nessuno ci vive sopra” (parole dell’Assessore). Ma non possiamo cementificare e coltivare tutto. Anche le aree boschive possono essere una risorsa per una bella passeggiata e quindi per un benessere comune. Bisogna pensare a sviluppi compatibili con la realtà e non sconsiderati come purtroppo ultimamente stiamo vedendo. Alla luce di quanto detto dall’Assessore e anche di questi due punti da noi evidenziati, auspichiamo che l’Amministrazione apra il dialogo con le Asuc e con i Comitati che nascono in difesa degli usi civici.
Sono iniziative da sponsorizzare e supportare in quanto espressione di una qualità di vita che si sta perdendo e che invece deve continuare ad essere radicata nella nostra realtà provinciale di cui andiamo orgogliosi.