Perché si continua a voler fare l’inceneritore per il Trentino, anche quando – dati alla mano – non ne sussiste la necessità, l’economicità e non ci sono garanzie per la salute?
Perché si continua a volerlo chiamare termovalorizzatore, quando si sa benissimo – dati alla mano – che è molto maggiore l’energia immessa che quella prodotta?
Perché non si coglie la sfida lanciata da Sandro Smith di percorrere la strada di un’alternativa radicale, chiamando l’intero Trentino a una prova di orgoglio che ci liberi in modo definitivo dalla schiavitù dell’immondizia, anche quando – dati alla mano – in alcune vallate si è arrivati, già ora, a una raccolta differenziata superiore al 90%?
Perché non viene accolta la proposta lodevolmente avanzata dalla Circoscrizione del Bondone di prevedere nel bando la possibilità di alternative all’inceneritore?
Perché nei paesi più avanzati e attenti alla salute il numero degli inceneritori – dati alla mano - è in costante e drastico calo? Perché non ne vengono più costruiti di nuovi?
Perché si pensa a un camino “inedito” di quasi un chilometro attraverso la roccia del Sorasas, che allontani i fumi “innocui” dalla città? L’inceneritore di quarta generazione non garantisce a sufficienza circa la salute, come ci viene assicurato da chi lo vuole?
Perché non si è mai fatta una seria informazione sui rischi per la salute che l’inceneritore comporta, anche ora che sappiamo – dati alla mano – dell’aumento deciso delle neoplasie (leggi: cancro) nelle aree adiacenti agli impianti? Anche ora che sappiamo come a in presenza di inceneritori sia da evitare o addirittura proibita la coltivazione degli orti e della stessa erba per gli animali nelle aree limitrofe?
Perché i fumi sono dirottati su Cadine e su tutta la Valle dei Laghi, che – in base allo studio pubblicato (parzialmente e ormai qualche anno fa) dalla stessa Provincia – saranno investiti in via principale e più preoccupante dai fumi dell’inceneritore, anche con un camino tradizionale?
Perché questa notizia è stata resa nota solo ora dopo due anni, a ridosso della pubblicazione del bando per la realizzazione dell’inceneritore di Trento?
Perché non sono mai stati resi noti i termini dell’inquinamento provocati nel territorio circostante (e purtroppo anche e forse principalmente a Cadine) in occasione dell’incendio delle materie plastiche della “Ricicla” di Lavis, che nel 2007 ha svegliato Cadine in una cappa di fumo nero e una puzza preoccupante?
Possiamo fare ancora qualcosa anche noi di Cadine, dei paesi della Circoscrizione del Bondone?
E gli abitanti e l’amministrazione comunale di Terlago? E quelli di Vezzano? E Gardolo? E Lavis? Non abbiamo lo stesso diritto di tutti gli altri cittadini alla tutela della nostra salute?
Se nulla si muove ci sono gli estremi per una decisa presa di posizione con una protesta ferma e non negoziabile magari partendo dalle dimissioni di Presidenti, Sindaci e Consigli circoscrizionali e comunali delle aree coinvolte o, comunque, contrari a questa realizzazione.
Cadine 30 Settembre 2009.
Per il Gruppo LaRegola – Cadine
Roberta Carli