Comincia Michele Nardelli dicendo che nessuno ama gli inceneritori.
Cita la nuova legge Provinciale sulla filiera corta e parla di produzione responsabile.
Proclama che qualità, sobrietà e responsabilità sono elementi irrinunciabili.
Bello, ma poi parla Alberto Pacher che racconta la solita storia del "termovalorizzatore"; come soluzione unica e irrinunciabile. Fa riferimento allo studio di fattibilità e garantisce che la salute dei cittadini sarà tutelata. Dice che il termovalorizzatore non supera i livelli di rischio (quali?) e che fra i vari progetti che verranno presentati, si sceglierà quello che avrà i parametri di emissione fumi (dannosi) più bassi.
QUINDI questo termovalorizzatore FA MALE altrimenti non si preoccuperebbero così tanto di raccontarci che è necessario controllare!
E dov'è finito tutto il discorso intruduttivo e virtuoso fatto da Nardelli a inizio serata?
Non possiamo accettare queste contraddizioni!
La FILIERA CORTA LOCALE comprende anche il CICLO LOCALE DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI da realizzare mediante un nuovo e intelligente RIUTILIZZO DEL BENE RIFIUTO e seguendo le indicazioni dei tre punti che Nardelli ha suggerito.
Perché allora si parla di inceneritore come unica e inevitabile possibilità?
Perchè si vuole perdere l'occasione di trattare i rifiuti come materiale pensando al loro riutilizzo e riciclaggio (POSSIBILE e DIMOTRATO) rinunciando così a qualità, sobrietà e responsabilità?
Si lascia poi lo spazio alle domande. Ci sono alcuni interventi che espongono i dubbi e presentano osservazioni interessanti e DOCUMENTATE SCIENTIFICAMENTE relativamente alla effettiva affidabilità di questo termovalorizzatore. Si fanno anche riferimenti ai dubbi scritti, ma non pubblicizzati, sullo stesso studio di fattibilità della Provincia!
Pacher non risponde alle domande, ma continua a ribadire che non ci sono problemi.
Alla domanda: "io abito a 2 km. da Ischia Podetti, posso stare tranquilla?" La risposta di Pacher è serena e rassicurante "Certo che può stare tranquilla, se i parametri verranno rispettati!" E se non vengono rispettati?
I Sindaci della Piana Rotaliana, presenti in sala, riferiscono pubblicamente di essere stati trattati con sufficienza e in malo modo dal presidente Dellai quando, il giorno prima, sono andati in Provincia ad invitare le autorità alla serata di presentazione dell'alternativa all'iceneritore del 6 novembre.
Pacher ribatte subito che potevano farlo prima, che è inutile ribellarsi ora a cose fatte. Come se spettasse ai quattro comuni rotaliani risolvere il problema dei rifiuti e non fosse da apprezzare lo sforzo di individuare alternative ad una macchina dannosa e costosissima.
Alla domanda del perché non sono state considerate modalità alternative Pacher risponde che:
1) la proposta/mozione della Lega nord dice che fa riferimento ad una modalità di trattamento della quale esiste un solo impianto in India e che quindi non garantisce affidabilità.
2) per la tanto nominata Vedelago, Pacher fa riferimento ad una autorizzazione della Regione Veneto (vecchia) sostenendo che i rifiuti VERI vengono trattati dall'impianto di Spresiano che fa una prima selezione e una parte viene mandata all'inceneritore.
Questa è una storiella che avevamo già sentito raccontare dal Sindaco Andreatta nell'incontro del 22 ottobre al Teatro Sociale. FALSA o, quanto meno, NON COMPLETA.
Infatti, Carla Poli, amministratrice di Vedelago, sta chiedendo da tempo un confronto diretto con gli amministratori trentini per chiarire una volta per tutte queste informazioni e dire LA VERITA'.
Il nostro consigliere circoscrizionale Graziano Agostini fa notare che la nostra Circoscrizione n. 3 del Bondone aveva chiesto (il 19 agosto) di inserire comunque nel bando le forme alternative per una valutazione completa delle possibilità di chiusura del ciclo rifiuti.
Se poi, non fossero state ritenute adatte, sarebbero state bocciate di fronte al "mitico" incenerimento che avrebbe avuto la meglio DEMOCRATICAMENTE.
Ma come possono le nostre amministrazioni essere così offensive e cieche verso un sistema che funziona e risolve il "problema rifiuti" in modo rispettoso dell'ambiente in cui viviamo e della nostra salute? In modo sicuro, senza indurre tanti dubbi e rendere necessari tanti controlli.
Il Centro di Vedelago ha ricevuto anche un riconoscimento a LIVELLO EUROPEO per la tipologia di soluzione inventata e CHE FUNZIONA.
Inoltre Vedelago sta fornendo consulenze a livello nazionale e internazionale e ha collaborato alla creazione di centri uguali in diverse località italiane dove effettivamente questo metodo è stato applicato e FUNZIONA.
Si conferma quindi la contraddizione secondo cui il camino non fa nulla, ma i controlli devono essere puntuali. Se una cosa è così sicura e innocua perché bisogna stare così attenti?
Perché l'Amministrazione non si fa carico direttamente dell'appalto e della gestione di questo "camino buono"?
Viene da pensare che sia meglio che i rischi legati ai danni per la salute li abbia un privato.
Così l'Amministrazione potrà sempre dire che non sapevano ... E Monte Zaccon fa scuola.